Scrive Barbara Monteverdi: “Traendo spunto da una vicenda realmente accaduta, JILL DAWSON costruisce un racconto sul Male e su come ci sfiori, o ci agguanti, senza darci scampo. Ma questo suo romanzo è anche il fermo immagine preciso e senza fronzoli dell’Inghilterra degli anni ’60, ancora gonfia di un inspiegabile orgoglio aristocratico/maschilista e dell’esigenza ormai insopprimibile da parte delle giovani britanniche di acquisire autonomia dalle famiglie di origine e realizzarsi come persone e come professioniste.”
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