Julia von Lucadou è nata a Heidelberg nel 1982. Ha conseguito un dottorato in scienze cinematografiche e ha lavorato come assistente alla regia e redattrice televisiva. Attualmente vive tra Bienna, New York e Colonia. La tuffatrice è il suo romanzo d’esordio. È stato candidato al Klaus Michael Kühne Prize for Best Debut 2018 e allo Schweizer Buchpreis 2018. Ha vinto lo Schweizer Literaturpreis 2019.
UNA DISTOPIA PERTURBANTE,
FIN TROPPO SIMILE ALLA NOSTRA REALTÀ.
Il libro
In un mondo futuristico in cui si vive per accumulare punteggi, le emozioni vengono misurate da un dispositivo applicato al braccio, le giornate scandite da iper-efficienza, ferree regole comportamentali e una dose prestabilita di esercizio fisico, Riva Karnovsky, campionessa di Highrise Diving, tuffandosi dai grattacieli è riuscita a diventare una celebrità con schiere di fan e contratti milionari. Eppure, nel suo lussuoso attico al centro della metropoli, un giorno decide di mollare tutto, senza una ragione apparente. Non si allena più, non parla, scompare dai social assetati di foto e notizie. Per rimotivarla viene chiamata una giovane e ambiziosa psicologa, Hitomi Yoshida, che dovrà sorvegliarla giorno e notte attraverso telecamere nascoste in ogni angolo della casa. Finché Hitomi si accorge di essere lei stessa una prigioniera…
Julia von Lucadou costruisce una distopia claustrofobica e ossessionante, resa attraverso atmosfere asettiche e una scrittura asciutta che inchioda il lettore a una realtà virtuale da cui è difficile scappare, e che assomiglia terribilmente alla nostra.
“Evitare i seguenti argomenti: politica, religione, sessualità.
Evitare le opinioni personali, le battute, i pettegolezzi.
Evitare gli spigoli. Evitare la luce diretta del sole.
Evitare la sensazione di non avere una via d’uscita.”
«Più inquietante e più radicale di Matrix e 1984, la metropoli del futuro descritta dalla Lucadou è difficile da localizzare ma è pericolosamente vicina.»
Frankfurter Allgemeine Zeitung
«Julia von Lucadou porta avanti con coerenza le visioni distopiche di Orwell, raccontando lo scenario molto plausibile in cui potrebbe sfociare la nostra era digitale.»
Der Spiegel
«Questo libro riesce a farci immergere perfettamente in un’atmosfera sterile e glaciale che ricalca il vuoto emotivo dell’universo narrato. Il che è meraviglioso e allo stesso tempo angosciante.»