Così Francesca Scaringella: “L’originalità del volume del ’900 sta non solo nell’aver tradotto il romanzo, ma anche nell’averlo adattato alla cultura islandese stessa, creando un affascinante apocrifo.”
Manuel Figliolini sottolinea come il capolavoro della letteratura gotica di Bram Stoker sia "un classico che nelle mani di Valdimar Ásmundsson diventa moderno".
"la scelta del registro è stata senz’ altro il dilemma principale nell’ affrontare il testo – trovare un equilibrio tra un linguaggio moderno e accessibile e il «sapore» vittoriano di fondo, presente anche (sebbene in misura minore rispetto al Dracula classico) nella versione islandese.[..] ci siamo sentiti parte di una sorta di work in progress che dura ormai da più di un secolo."un secolo."
Così Luca Bonatesta: "un romanzo godibile, ammaliante e suggestivo non solo per i fan sfegatati di Dracula, ma anche per chi vuole leggere un romanzo fantastico finora rimasto inedito e molto diverso dal Dracula originale.