Julia von Lucadou

14/05/2020

LA TUFFATRICE di Julia von Lucadou recensito su “Cronache di Caserta”

Scrive Maria Laura Labriola: "Questa la storia di una ribellione silenziosa trascinante. Riva Karnovsky , la tuffatrice campionessa di " base jumping" si ferma, si siede sul pavimento della sua bella casa e come Bartleby di Melville ripete a tutti fermamente: 'I would prefer not to...'- 'Preferirei di no'...
14/05/2020

Sorveglianza e deflagrazione del sé. Intervista a Julia von Lucadou, autrice de LA TUFFATRICE sul quotidiano “il manifesto”

Scrive Alessandra Pigliaru: "La tuffatrice si colloca tra gli esordi letterari più interessanti degli ultimi mesi, non solo perché a scriverlo è una giovane autrice tedesca che si è servita di elementi distopici misti a una ricerca linguistico-narrativa molto visiva che ben si presterebbe a una trasposizione cinematografica, bensì perché si concentra sulla complessità relazionale e psichica indotta dalla ipertecnologia nella sua intersezione con la sorveglianza."
14/05/2020

Julia von Lucadou, autrice de LA TUFFATRICE, intervistata su “Nocturno” da Stefano Tevini

"Credo che in molti siano interessati alle distopie perché rispecchiano il loro disagio riguardo a determinati sviluppi della realtà. Potrebbero sentirsi rassicurati dal fatto che qualcun altro vede quello che vedono loro. Quindi, lo vedo come un processo di costruzione di una comprensione e in un certo senso di una comunità. Ma non sarò mai in grado di influenzare il modo in cui un lettore recepisce il mio libro e non voglio nemmeno. Questa è la bellezza dei romanzi, non sono manifesti, sono aperti all’interpretazione. Il lettore è parte integrante del processo."
14/05/2020

Special LA TUFFATRICE di Julia von Lucadou sul sito del Goethe Institut

Recensione e intervista di Giovanni Giusti: «È una discesa all’inferno, un tuffo vero e proprio, vissuta in prima persona e in diretta, davanti ai nostri occhi e a quelli molto più attenti di una miriade di onnipresenti telecamere. [...] La tuffatrice aggiorna i canoni della visione negativa del futuro, tipica del romanzo distopico, ce lo avvicina questo futuro in un certo senso, ci mostra realizzate situazioni che oggi riusciamo parzialmente a intuire.»