Walter Mischel

15/04/2019

IL TEST DEL MARSHMALLOW recensito su “LA LETTURA” del Corriere della Sera

Giancarlo Dimaggio – psichiatra e psicoterapeuta metacognitivo –, scrive: «"[Il test del marshmallow] è molto più che lo sfizio di uno psicologo giocherellone [...] è chiaro che l'impulsività non è solo una questione di genetica. E a regolare l'impazienza si impara. [...] Quando mi sono dato alla scienza ho capito che la pazienza nel ricercare un concetto indefinito, sopportare il tempo che serve finché non si chiarisca, nasceva dal trattenersi dall’afferrare subito. Coltivare la fantasia nel doloroso tempo dell’astinenza.»
30/04/2019

IL TEST DEL MARSHMALLOW di Walter Mischel su “Il Piccolo” di Trieste

Così Elisabetta de Dominis: “Abbiamo sempre reputato l’autocontrollo una dote innata. Invece no, anche il più goloso della terra lo può acquisire. E chi lo poteva scoprire se non uno psicologo americano ma nato in Austria, dove ai tempi dell’impero l’autocontrollo veniva inculcato dall’etichetta asburgica? […] Sua invenzione Il test del marshmallow, che non è un manuale ma un saggio su come funziona il nostro cervello davanti a una tentazione e su come stopparla”.
16/05/2019

IL TEST DEL MARSHMALLOW di Mischel recensito su DOMENICA del “Sole24Ore”

Così Paolo Legrenzi: «Perché è difficile resistere alle tentazioni? Abbiamo poca forza di volontà oppure siamo stati progettati per soddisfare comunque gli istinti di base in tempi brevi? […] Nella seconda metà del secolo scorso [Walter Mischel] studia il modo per rispondere alla domanda […] inventa una prova volta a sondare l’auto-controllo in bambini di soli quattro anni. Sono sufficienti un adulto, di cui il bambino si fida, un dolce e un campanello appoggiati su un tavolo. L’adulto mostra il dolce al bambino seduto di fronte al tavolo. E gli dice: “Al mio ritorno porterò un altro dolce uguale. Se decidi di non aspettare, chiamami con questo campanello. Verrò subito e potrai mangiarti il dolce. Se non mi chiami tornerò e ne avrai due.” […] Mischel constatò che chi, già dotato di forza di volontà e auto-controllo, aspettava un secondo dolce avrebbe poi raggiunto obiettivi ambiziosi e successi, almeno secondo gli standard comuni nei paesi industriali. La scoperta aprì a nuovi interrogativi. I bambini a quattro anni erano già stati influenzati dall’educazione ricevuta oppure erano diversi fin dalla nascita?»