Jens Peter Jacobsen

30/06/2019

MARIE GRUBBE su “ZEST – Letteratura Sostenibile”

Jens Peter Jacobsen è stato uno dei pochi scrittori scandinavi riconosciuto come maestro anche nel resto d'Europa. Nella sua ricca recensione, Emanuela Chiriacò entra nel merito della questione richiamando i numerosi scrittori che restarono soggiogati dalla poetica dell'autore danese e sul romanzo scrive: "La forza e la potenza letteraria di Marie Grubbe poggiano sulla passionalità del personaggio che, indipendentemente dalla vita di privazioni intime, non rinuncia alla sua romantica immaginazione. Il romanzo si fonda dunque più sull’introspezione che sull’azione e la capacità descrittiva di Jacobsen si avvale di una lingua nuova, dirompente che trasla gli elementi tradizionali e li modula per esprimere idee moderne di verità, umanità e natura, ponendo l’accento su aspetti unici e caratteristici che attingono all’osservazione della mente e dello spirito."
11/07/2019

MARIE GRUBBE recensito su “Satisfiction”

Così Rossella Pretto: "In anticipo di cinquant’anni su L’amante di lady Chatterley; in anticipo sulle anticonformistiche scelte di Caroline Fitzgerald (l’amica di Henry James); in anticipo sulle vicende della connazionale Karen Blixen, Jens Peter Jacobsen (1847-1885) ci ha consegnato – in anticipo su tutto e tutti, dicevamo – la storia di Marie Grubbe, nobildonna del diciassettesimo secolo storicamente esistita che passò dal matrimonio con il figliastro del re a quello con il suo fattore, in pagine che hanno il dono di far balzare fuori dalle righe qualsiasi pur minima notazione. [...] accuratamente ritradotto e introdotto dallo studioso di letterature nordiche Bruno Berni) Marie Grubbe è davvero un gioiello di rara bellezza, e splendida è la sua protagonista, così vivace e inquieta, delicata e patetica, tanto vera che sembra di avercela per casa, una confidente per cui provare ammirazione e pena, avvertendo il tintinnio di un’affinità elettiva che incanta."
29/07/2019

MARIE GRUBBE recensito su “Alias”-il manifesto

Così il germanista Andrea Meregalli: «Ma il fulcro del romanzo è altrove, nell’interiorità dei personaggi, nello scavo psicologico dell’individuo: prendendo spunto dalla realtà storica, Jacobsen sonda l’animo della donna protagonista attraverso le sue relazioni con mariti e amanti, sottolineando il suo pieno diritto alla realizzazione di se stessa, anche nella sfera affettiva e erotica. Inizialmente esposta alle costrizioni e alle aspettative della società del tempo, che lei stessa fa propri, Marie aspira al matrimonio come via per affermarsi socialmente e liberarsi dell’autorità paterna; ma l’interesse del romanzo non sta nelle rivendicazioni sociali, né nell’ottica proto-femminista che andava affermandosi al centro del dibattito pubblico. Il senso della vicenda va piuttosto colto nel desiderio di Marie di agire attivamente senza aspettare che altri le attribuiscano un ruolo, varcando "la porta della vita" invece di "rimaner fuori ad ascoltare le note della festa, non invitata, non richiesta, come una serva storpia", nelle sue stesse parole.»