05/02/2019
Così Marina Morassut: «nel 1964 Colin Wilson scrive questo romanzo di una sconcertante attualità e trascina con sé diverse persone alla scoperta di una fumosa Londra del dopoguerra, avendo cura di mescolare e inframmezzare il mystery filosofico e il giallo deduttivo. [...] Ma qui siamo in presenza di un di più, di un qualcosa che l’autore inserisce nel romanzo: cosa succede se il reato o l’omicidio nascesse dal mero presupposto del “se fosse…”? [...] è sicuramente un giallo inconsueto tanto quanto originale nel suo dipanarsi, dove la ricerca [...] è la ricerca entusiasmante e contemporaneamente elusiva del perché l’uomo, pur con la sua libertà e tutta la sua conoscenza, non è Dio. [...] alla conclusione di tutto [...], arriviamo anche noi lettori a comprendere la visione del mondo e del peccato originale. [...] E le ultime pagine di quest’opera di Wilson sono una rivelazione, un giallo che si riavvolge su se stesso: di fronte a sé il lettore vede un sé stesso nudo, con tutte le domande ed al contempo la scintilla di tutte le risposte.»