Colin Wilson

29/01/2019

LA GABBIA DI VETRO su Thriller Café

Così Fausto Tanzarella: «Può un tranquillo e solitario studioso di letteratura ritrovarsi nel giro di ventiquattro ore a investigare sulle tracce di un sanguinario serial killer? Sì, può accadere se quel serial killer è solito commentare i propri omicidi scrivendo sul muro, accanto ai cadaveri, versi del grande poeta William Blake e se quello studioso, il trentacinquenne Damon Reade, è il maggior esperto vivente di quel poeta. Può accadere soprattutto se a farci vivere questa storia è Colin Wilson (1931-2013), scrittore inglese tra i più immaginifici ed eclettici del ‘900, nel suo romanzo La gabbia di vetro, pubblicato nel 1966 ed ora riproposto in Italia da Carbonio editore».
29/01/2019

LA GABBIA DI VETRO recensito su Il Giornale

Sulle tracce del killer nella Swinging London. Così Luca Crovi: «La forza dirompente della narrazione di Wilson emerge in primo piano ne La gabbia di vetro, romanzo di difficile collocazione che è allo stesso tempo un ritratto spietato della Gran Bretagna degli anni ’60 e contemporaneamente è un noir-mistery denso di citazioni. ...] C’è del marcio in Inghilterra e Wilson non lo nasconde sotto il tappeto. [...] Non c’è niente di rassicurante nei delitti raccontati perché la società messa sotto inchiesta è perversa e violenta, incapace di comprendere le ragioni degli assassini e di ridare giustizia alle vittime.»
01/02/2019

Antonio D’ORRICO recensisce LA GABBIA DI VETRO su 7 del Corriere della Sera

Anche il delitto è una questione di estetica. Parola di Colin Wilson, scrittore, filosofo e criminologo protagonista e profeta della meravigliosa Londra anni ‘60. «Nessuno come lui ha saputo raccontare cos’era la Soho di allora, bohémienne ed esistenzialista, intricata e proibita», scrive Antonio D’Orrico. «Wilson fu più un Rolling Stone che un Beatle, più un Mick Jagger che un Paul McCartney. Nel senso che fu affascinato dal male. Nei suoi romanzi e nei suoi saggi i serial killer sono ospiti fissi. Ma non somigliano agli scontatissimi (e ormai ridicoli) serial killer dei libri e dei film odierni. Gli omicidi di Wilson discendono direttamente dal capostipite, dal numero uno, dal leggendario Jack lo Squartatore.»