Jenni Fagan

08/06/2018

Lankenauta – Letteratura e altri mondi. “Pellegrini del sole” di Jenni Fagan

Il tema distopico è un motivo ricorrente nella narrativa contemporanea. Sarà perché viviamo in tempi difficili; tempi di cambiamenti costanti, di trasformazioni incontrollate verso orizzonti indeterminati, che generano punti interrogativi carichi di apprensione. [...] Pellegrini del sole di Jenni Fagan profila un orizzonte di eventi legati a una radicalizzazione climatica: un’incombente era glaciale (siamo nel 2020) che cinge d’assedio l’Europa, causando grandi migrazioni umane verso il Sud. Siamo dunque ai limiti dell’universo letterario apocalittico. Ma la chiave di lettura esatta non è questa. È, appunto, distopica, e lo è nella misura in cui questa cornice di eventi estrema incastra dentro sé due vicende parallele (legate tra loro) di personaggi che, controcorrente, sono diretti o comunque continuano a vivere a Nord.
03/10/2018

“Pellegrini del sole” recensito su LIBROGUERRIERO

"Pellegrini del sole" recensito su Libro Guerriero. Quello di Fagan è un bildungsroman perfettamente calato nello spirito dei tempi. L'autrice scozzese «scrive di adolescenze complesse e adolescenti coraggiose. Di paesaggi estremi e ere glaciali». La professoressa Piera Carroli, accademica sensibile ed esperta di voci femminili, mette in risalto il lirismo della prosa di Pellegrini del sole e la suggestiva raffinatezza dell'impianto narrativo.
15/02/2019

PELLEGRINI DEL SOLE recensito su “ArtSpecialDay”

Così Vieri Peroncini: «La drammaticità della situazione è palpabile come in McCarthy, ma i personaggi hanno lo spessore di un Paul Auster: questo fa sì che possiamo parlare di Pellegrini del sole e di Jenni Fagan senza bisogno di scomodare i numi tutelari della fantascienza, soprattutto al femminile. Arriviamo a dire che prediligiamo questa fantascienza umanistica (ecco finalmente la definizione che cercavamo) a quella avventurosa e planetaria di Ursula Le Guin: sarà che Fagan, prima che romanziera, è poetessa. E di poesia (in effetti, anche fantascienza poetica andrebbe bene) è disseminata la storia dei Pellegrini del sole (dei quali, chiunque essi siano, non diciamo nulla), sebbene non di paragoni e metafore: la poesia di Fagan è tutta alla luce del sole, un sole meraviglioso e spietato come può esserlo su una distesa di ghiaccio e neve a cinquanta gradi sotto zero.»
28/02/2019

PANOPTICON su “ArtSpecialDay”

Vieri Peroncini tesse una lode appassionata del libro di Jenni Fagan: «Appoggiandosi anche su una straordinaria varietà lessicale ed una rara densità di episodi/tematiche/valutazioni (il giudizio morale dell’autrice è evidente nella personificazione di Anais), si dipana una trama di rara drammaticità che riesce in qualche modo a sfuggire alla cupezza; ma non alla malinconia, sia ben chiaro, una malinconia struggente: vedere gli episodi del matrimonio e del funerale. [...] Ma se la contingenza di temi come l’accettazione della diversità, la libertà di espressione, la transessualità rende Panopticon perfettamente contestualizzato nella nostra realtà, è il giudizio morale sulle istanze oppressive della società e dell’uomo in generale a renderlo atemporale e splendidamente etico, a livello di un paradosso dell’intolleranza di popperiana memoria.»