Rassegna Stampa

09/07/2018

il Giornale – Eleonora Barbieri recensisce “Figlio unico” di Mei Fong

"Figlio unico" di Mei Fong recensito da Eleonora Barbieri su il Giornale. La politica del figlio unico: “‘l’esperimento sociale più radicale al mondo’. Un modo – spiega Mei Fong, giornalista Premio Pulitzer – per ‘correggere la marea umana, cambiare i comportamenti delle persone, di fatto inserendo lo Stato nel più intimo degli spazi familiari – in casa, nella camera da letto, nell’utero delle donne’”.
09/07/2018

Quotidiano del Sud (Edizione Irpinia) consiglia “Il mistero dell’orto di Rocksburg” di Constantine

"Il mistero dell'orto di Rocksburg" di K.C. Constantine consigliato da Il Quotidiano del Sud (Edizione Irpinia). A Rocksburg, Pennsylvania, sembra che non accada mai nulla. Eppure, tra le casette ordinate e linde di questa sonnolenta provincia americana, non tutto è tranquillo come appare. Lo sa bene Mario Balzic, capo della polizia, che a Rocksburg vive da sempre. Di origini italo-serbe, incline all’alcol e al turpiloquio, Balzic è un tipo burbero ma di buon cuore, che non disdegna i metodi poco ortodossi pur di ristabilire la giustizia. Stavolta Balzic deve vedersela con una sua vecchia conoscenza: la signora Frances Romanelli, allarmata dalla scomparsa del marito Jimmy, ex minatore, che negli ultimi tempi era dedito alla coltivazione di un rigoglioso campo di pomodori… E proprio intorno a quell’orto aleggia un mistero che di lì a poco sconvolgerà la cittadina...
09/07/2018

LANKENAUTA recensisce “Il mistero dell’orto di Rocksburg” di Constantine

"Il mistero dell'orto di Rocksburg" di K.C. Constantine recensito da LANKENAUTA. Navigando in rete forse è ancora possibile leggere una breve presentazione di K.C. Constantine, contenuta in un portale dedicato alle copertine del “giallo”: “Se pensate che Elmore Leonard sia un maestro del dialogo (ed è vero), vuol dire che non conoscete K.C. Constantine. Nessuno lo conosce davvero, tra l’altro, perché nessuno l’ha mai visto in faccia e nessuno sa quale sia il suo vero nome. La versione più diffusa è che “K.C. Constantine” sia lo pseudonimo di Carl Constantine Kosak, nato (forse) nel 1934 da madre italiana e padre serbo proprio come il suo personaggio Mario Balzic, capo della polizia nella fittizia città mineraria di Rocksburg, Pennsylvania, e protagonista di gran parte dei diciassette romanzi a firma Constantine. […] Neanche uno di questi libri è mai stato tradotto in italiano, anche per la sovrumana difficoltà di riprodurre adeguatamente l’incredibile stile dell’autore. Ma noi non disperiamo. Anzi, siamo pronti”. Infatti non c’era proprio motivo per disperare. A risolvere il problema c’ha pensato la Carbonio editore che, per la prima volta in Italia, ha pubblicato, con traduzione di Nicola Manuppelli, “Il mistero dell’orto di Rocksburg” (The Man Who liked Slow Tomatoes, 1982), una delle inchieste di Balzic, preludio di altre pubblicazioni con protagonista il detective di origini italo-serbe: “sono mezzo zingaro e mezzo latino” (pp.218). Un personaggio che sfugge in parte ai canoni più consueti del noir, e non tanto per il carattere burbero ma di buon cuore, che non disdegna i metodi poco ortodossi pur di ristabilire la giustizia”. Balzic, poco avvezzo all’uso delle armi, propenso semmai ad alzare il gomito, è infatti il capo della polizia di Rocksburg, cittadina della Pennsylvania, non certo una metropoli tentacolare.
10/07/2018

SENZAUDIO.IT – Claudio Della Pietà recensisce “Il mistero dell’orto di Rocksburg” di Constantine

Il mistero dell'orto di Rocksburg di K.C. Constantine recensito da Claudio Della Pietà su SENZAUDIO.IT | La vivace copertina di questo nuovo libro, il titolo che invoglia il lettore a partire per una nuova avventura e Carbonio Editore, nuova realtà che si va affermando a piccoli-grandi passi, sembrano annunciare tutt’altro che sentimenti negativi. Piuttosto, adrenalina a piene mani. L’autore, K.C. Constantine, non ci delude, e ci regala questa curiosa avventura del suo personaggio di riferimento, il commissario Balzic, ambientata in un orto di una cittadina della Pennsylvania. Sono tre gli elementi principali che mi hanno fatto apprezzare questo romanzo: la scrittura riconoscibile, i contenuti di spessore, la struttura della storia molto semplice. [...] La storia che vede coinvolti Balzic, Jimmy, Frances e una schiera di altri originali personaggi, originali soprattutto nei nomi, tutto fuorché tipicamente americani, è il filo a cui l’autore stende tutti i suoi panni ad asciugare, mettendo in bella vista situazioni, eventi, fatiche e umori, di una fetta piuttosto grossa della società americana post-industriale, soffocata dalla crisi economica, dalla mancanza di valori forti, oppressa da visioni contrapposte della vita che cozzano una contro l’altra dando vita a temporali di inaudita intensità.