Chiunque metta la morte al centro della propria riflessione, da qualunque prospettiva, non può ignorare le argomentazioni di David Benatar, come succede qui alla poetessa Gilda Policastro.
«Se la forza di volontà può essere modificata e se la scelta degli obiettivi da perseguire dipende in massima parta dalla libertà individuale, allora “possiamo essere – le parole sono di Mischel – agenti attivi della nostra vita” e tutto dipende dalla nostra capacità di cambiare il modo in cui pensiamo...
Scrive Edoardo Rizzoli: “C’è in questo libro una maniera incredibilmente umana in cui i personaggi parlano e discorrono del crimine. Un modo terribile e alla portata di tutti.”
Scrive Marco Sonzogni: «Un libro-concerto [...] si apre con la parola «tenebra» e si chiude con la parola “nulla”. Proprio come accade a un concerto [...] In mezzo il tocco di chi suona. [...]