Rassegna Stampa

20/06/2018

BooksHighway. “Il mistero dell’orto di Rocksburg” di K.C. Constantine

Rocksburg, Pennsylvania, è una piccola e disorientata comunità di minatori che rispondono ai cognomi di Fiori, Muscotti, Bellotti, Renaldo e poi Petrolac, Ripulsky, Stramsky, Stuchinsky, Czekaj, Skobolo, tutti italoamericani e mitteleuropei (serbi, in particolare). La stagione che devono affrontare è la più difficile perché, come dice Jimmy Romanelli, il personaggio (in contumacia) che alimenta Il mistero di Rocksburg: “il mio lavoro non c’è più. Non sono io che ho lasciato il lavoro. È il mio lavoro che mi ha lasciato, c’è una grande differenza”. Del suo destino si dovrà occupare, Mario Balzic (protagonista di una lunga serie di romanzi), un capo della polizia insofferente all’autorità, con un’avversione singolare verso i suoi diretti superiori, che poi sono il procuratore e il sindaco. È un veterano della vecchia scuola, poco avvezzo alle pistole e molto di più alla riflessione. [...] Il mistero dell’orto di Rocksburg e della scomparsa di Jimmy Romanelli tocca a lui risolverlo (e al lettore scoprirlo), ma quello che importa è la crudele trasformazione di una comunità costretta ad arrendersi e a ripiegarsi su se stessa.
21/06/2018

Convenzionali. Speciale su Paul Hoover e il suo “Saigon, Illinois”

Paul Hoover, autore di Saigon, Illinois, risponde alle domande di @GabrieleOttaviani su Convenzionali: “La poesia punge e guarisce”. “La letteratura riflette il mondo così com’è e anche come avrebbe potuto essere. Ha la funzione, come diceva Horace, di deliziare e istruire. Per il lettore che soffre, può aiutare a piangere il dolore. Il ruolo di un poeta nella nostra società è quello di risvegliare la mente verso la sua vita migliore. Dal punto di vista politico, pungere e guarire”. Paul Hoover incontrerà i lettori sabato 23 giugno 2018 alle 18:00, presso la Biblioteca Cornelia (Roma) - via Cornelia 45 - a Roma, insieme all'americanista e traduttore Nicola Manuppelli e all'interprete @LucaDresda, all'interno della cornice del Festival Internazionale di Massenzio #LetteratureOff.
21/06/2018

Libero. “Estasi” di Jules Evans

Jules Evans, Estasi: istruzioni per l'uso ovvero l'arte di perdere il controllo. Il piacere di perdere il controllo che ti fa sentire come un dio. Dalle orge degli antichi greci alle ascesi dei santi, alle partite di calcio... Quello di Evans è un saggio che indaga le sfumature dell'esperienza sensoriale dell'«uscire di senno». Le prime religioni colsero l'inspiegabilità dell'estasi e ne fecero un mistero che gli iniziati ai riti potevano conoscere ma non rivelare. Oggi l'estasi è come l'araba fenice: tutti ne patiscono la mancanza e la cercano. Cos'è l'estasi? «È qualsiasi esperienza che porti fuori dall'io razionale», spiega il filosofo inglese Evans che ha intrapreso un viaggio negli stati alterati di coscienza, descritto nel suo saggio come un festival...
22/06/2018

Dagospia.com riprende l’articolo di Elisabetta de Dominis su “Estasi” di Jules Evans

Jules Evans, Estasi: istruzioni per l'uso ovvero l'arte di perdere il controllo. «Prima di partire senza meta, dovremmo cercare l'anima dentro di noi, quella parte di divino che ci fa sentire entusiasti. E quando si è in dio, si è fuori di sé: in estasi.» "Estasi", questa sconosciuta – una volta, quando il sesso era sacro, si identificava con l’orgasmo. In greco significa “lo stato fuori da sé”. Ora è diventata un’araba fenice: tutti ne patiscono la mancanza e la cercano – in un libro del filosofo inglese Jules Evans si analizzano gli stati alterati di coscienza: bisogna essere un po’ Dioniso e un po’ Socrate, ma manca una cosa: l’amore-passione...