Così Cristina Bongiorno: «Il profondo legame tra paura della morte e passione è esposto con agilità di romanziere ma con rigore, dal filosofo americano di origine rumena Costica Bradatan [...] Perché la morte non comporta la negazione della vita, anzi possiede la capacità di rafforzarla, di dare addirittura senso alla vita stessa, posto che in assenza di una fine l’esistenza umana sarebbe equivalente a quella di un minerale. [...] Il soggetto pericoloso, il pensatore che non segue le regole ma le intime convinzioni opponendosi al potere costituito, si trasforma in “figura fondativa” e per le generazioni future, immolato il corpo, a vivere saranno le sue idee.»