14/06/2019
Così il filosofo Claudio Kulesko: "In Sei Malattie, è lo stesso Noica a inserirsi ‒ facendo profeticamente eco al necrologio di Cioran ‒ tra i ranghi degli “invecchiati precocemente”, gli horetitici, gli accumulatori di scelte sbagliate, avidi di fallimenti. E tuttavia, la fitta trama di disfacimento descritta nella sua opera postuma, possiede un indiscutibile valore esistenziale, in primo luogo in qualità di promemoria nei confronti di ogni tentazione di fuga (che si tratti di una fuga da se stessi o di un ben più rischioso tuffo nelle virtù impersonali della storia o della religione). L’eredità del filosofo romeno è una vera e propria guida all’attraversamento, un implicito incoraggiamento a domare o a condurre all’apice il proprio squilibrio, nel tentativo di ricavarne un’opera senza precedenti."