02/04/2019
Così Paolo Perlini: «La scrittura di Jenni Fagan è immediata, potente, scorretta come deve esserlo quella parlata da una quindicenne borderline. [...] Una scrittura che disturba e fa riflettere, e alla fine del libro succede come dopo l'esecuzione di certi concerti, quando il direttore d'orchestra abbassa la bacchetta: la musica rimane sospesa nell'aria, si resta in silenzio e poi parte l'applauso».