Rassegna Stampa

28/03/2019

L’ARRIVO DELLE MISSIVE di Aliya WHITELEY recensito sul CORRIERE DELLA SERA

Così lo scrittore Vanni Santoni: «[…] sgorga la storia di una donna che deve confrontarsi con le imposizioni della società e le manipolazioni degli uomini, diretta con efficacia da un’autrice la cui principale virtù è la capacità di restare sempre in equilibrio tra sense of wonder e allegoria — e stavolta anche di ammiccare con naturalezza a Thomas Hardy autore di romanzi famosi come Via dalla pazza folla e Tess dei D’Uberville.»
28/03/2019

MEGLIO NON ESSERE MAI NATI su “DOMENICA” del Sole 24 Ore

“Morire è molto peggio di non venire al mondo”. Così Gilberto Corbellini, filosofo ed esperto di questioni bioetiche, ex presidente dell’associazione Luca Coscioni: «La distinzione tra ottimismo e pessimismo pragmatici, nonché tra rifiuto e distrazione è ambigua. Si colloca a metà strada in un continuum tra “ottimismo illusorio e pessimismo suicidario”. Come i malati terminali, dovremmo affrontare la morte imminente se siamo così ossessionati da rinunciare a passare il tempo con i nostri amici e familiari. Possiamo migliorare la nostra situazione in qualche modo e farlo “è l’equivalente esistenziale delle cure palliative”».
29/03/2019

ESTASI di EVANS, quasi una voce enciclopedica sul magazine della Treccani “Atlante”

Carbonio Editore, con il libro Estasi: istruzioni per l’uso. Ovvero L’arte di perdere il controllo di Jules Evans, ha avuto il grande onore di essere citata nel prestigioso magazine della Treccani Atlante. Così lo studioso Marco Tagliaferri nella sua recensione, divertente, magnificamente scritta, corredata da esattissime note, dense di calzanti e suggestivi richiami: “Sarà la teatralizzazione, da sempre e ovunque presente come conditio sine qua non affinché l’effervescenza estatica venga condotta con efficacia, a trasparire sottotraccia dalle pagine di Evans”.
29/03/2019

PELLEGRINI DEL SOLE su “Solo Libri”

Così Mario Bonnanno: «Fantascienza umanista più che fracassona: lo spettro dell’apocalisse incombe, ma Jenni Fagan invece che alle cause e agli effetti del disastro guarda agli uomini e alle donne di fronte alla possibilità del disastro. [...] un incrocio di vite sul limitare della fine o forse chissà se di un nuovo inizio. Pellegrini del sole prescinde dalla letteratura di genere, appartiene anzi alla letteratura tout court, e se proprio si cercano rimandi è a La strada di Corman McCarthy [...] romanzo lirico e poderoso insieme, una partitura epica in cui la dialettica delle forze primordiali convive con quella dei caratteri e dei vissuti dei personaggi. Non perdetevelo.»